“Sai qual è il mio giorno preferito?”
“Il sabato?”
“No e nemmeno la domenica. È il mercoledì. Sai perchè?
Il telefono dello studio è squillato in quel preciso istante, e purtroppo, mi sono perso quel perchè.
Cercavo di seguire dall’altra stanza questo interessante dialogo tra il nostro barbiere e il suo cliente, un bambino che dalla voce avrà avuto 8-9 anni.
Ero così curioso di scoprire perchè proprio il mercoledì. Tra i sette giorni della settimana, forse il più pacato, passatemi il termine.
Ripensandoci in questi giorni, più che conoscere la risposta, alla fine mi sarebbe piaciuto tornare a immaginare proprio come fa un bambino di 8-9 anni.
E invece no.
Siamo grandi, sempre più seri e più stanchi.
In costante affanno, alla ricerca di chissà chi o chissà cosa che ci dia pace, soddisfazione o tregua. De gustibus.
È necessario quindi sforzarsi nel ricreare ciò che prima ci veniva naturale e spontaneo.
Perchè in mezzo ai ritardi, alle superleghe, ai tamponi e alle ingiustizie, tutto sommato, una risata tra colleghi aiuta. Non risolve, ma aiuta.
Ian lavora a nuovi progetti sul suo ipad, la felpa gialla che indossa è di quelle sgargianti, con stile.
A proposito di giallo, nuovo colore della speranza in questo 2021, Socio attende a gloria la riapertura dei bar per concedersi una sacrosanta sbronza, anche questa, con stile.
Sabrina è alle prese con la riunione genitori insegnanti in videochat, rido sotto la mascherina pensando ai miei trascorsi scolastici. Mi sono immaginato come sarebbe stato prendersi una pacca virtuale, più che meritata, vista la mia affinità nel saltare a piè pari le lezioni.
Anche Anna e Jessica ridono, tanto e di gusto, ma non è che si può raccontare proprio tutto, questo è il bello del dietro le quinte.
Al nostro bar di fiducia, meta di colazioni e merende, mi regalano, (non so se si può dire), un mars e un bounty. Sono piccolezze, ma rare, e fanno decisamente molto piacere. Francesca ne approfitta, nonostante non mangi i dolci, o quasi.
In tutto questo, Noa, come il migliore dei trucchi, c’è ma non si vede.
Ieri Claudia era convinta fosse mercoledì.
Sarà perchè è la più giovane, ma forse è l’unica a cui potrei chiedere il perchè del bambino rimasto in sospeso negli ultimi giorni. Magari la sua risposta è quella che più si avvicina all’originale.
Intanto è di nuovo mercoledì, nessuno di noi ha più 8-9 anni, ma la giostra continua a girare.
Dopo tutto, è proprio questo il bello.
Questa premessa temporale nasce da uno dei tanti appuntamenti nei nostri studi, il 2002 è l’anno di nascita di un giovanotto (sto diventando un boomer?) che si è tatuato con la nostra Anna, altro palindromo, non a caso.
Ad ogni modo, facendo quattro chiacchiere, la cosa affascinante è stata capire come cambino i tempi, i valori, le mode, praticamente quasi tutto. Tranne le cose semplici e naturali, per esempio una risata contagiosa dopo aver raccontato una storia con un lieto fine amaro, per non dire triste.
Tornando al 2002, tu che leggi, eri nato? Andavi a scuola? Mettevi su famiglia?
Mi pare un buon principio da cui sviluppare una conversazione a cuor leggero, vagamente nostalgica, evitando tuttavia inciampi retorici. Quelli proviamo a risparmiarceli.
Alla fine è proprio come nei palindromi, si parte da un inizio, si fa un giro completo e si torna al punto di partenza, ancora e ancora.
Accade con le parole e le storie, con i giorni e gli anni e quindi con le persone e le generazioni.
Potrebbe tutto essere un gigantesco palindromo: dall’impero romano alle dirette su twitch, facendo un bel salto ecco.
Chissà.
L’unica cosa che ci resta da fare è godersi questo dubbio, e, al limite, aspettare il 2112 e vedere se qualcuno scriverà una roba simile.
Ai post-eri l’ardua sentenza.